Johanna Peltner-Rambeck
LyrikTigre
Quand’ero una tigre, sapevo camminare
con le spalle, scotolare la mia preda prima
di divorarla. La luna potente rosso dorato
stava sull’orizzonte nebbioso e
sprofondava poi dal suo amante, il sole. Io
non me ne dovevo preoccupare, mangiavo
da sola e il mio vello si muoveva come ombra
di foglie cadenti.
Nello sciroppo di una pozzanghera ho visto
gli alberi e ho scoperto gli uccelli.
Quando ne ho ascoltato le storie di nascosto,
il mio petto s’è fatto piumoso e rosso.
E poi ancora più rosso, quando la piuma
della tua ala nera e splendente
mi ha accarezzato, mio re di tutti gli uccelli.
Con un bacio a punta volevo costruire una tana,
coccolarti e viziarti con squisiti insetti e vermi.
Cantare sarebbe stata la mia quotidiana
occupazione argentata, ma le tigri tacciono
sotto una luna d’oro.
Tiger
Als ich ein Tiger war, konnte ich aus den
Schultern gehen, meine Beute schütteln,
bevor ich sie fraß. Goldrot stand der
mächtige Mond am dunstigen Horizont und versank
dann bei seiner Geliebten, der Sonne. Darüber
musste ich mir keine Gedanken machen, ich
fraß allein und mein Fell bewegte sich wie
Schatten von fallenden Blättern.
Im Sirup einer Pfütze sah ich in die Bäume
und entdeckte die Vögel. Als ich ihren
Geschichten lauschte, wurde meine Brust
fedrig und rot. Und röter noch, als mich
deine tiefschwarze, glänzende Flugfeder
streifte, mein König aller Vögel.
Mit spitzem Kuss wollte ich einen Hort bauen,
Dich mit köstlichen Käfern und Würmern
verwöhnen. Singen wurde mein silbernes
Tagesgeschäft, aber Tiger schweigen
unter einem goldenen Mond.